Criminalità minorile, la piaga dell’emulazione
Gianluca Santoni nasce a Roma nel 1976, svolge la sua attività investigativa dal 1996, a soli 20 anni diventa il detective più giovane d’Italia, ha risolto molti casi privati e per aziende, ed opera su tutto il territorio nazionale ed internazionale.
Dal 1993 al 1996 intraprende la carriera militare con mansioni, graduato di truppa presso il reparto elicotteristi del centro aviazione, diventa fuciliere assaltatore operativo in missioni umanitarie, controllo del territorio collaborando con le forze dell’ordine.
La sua carriera inizia nel 1996 con la collaborazione presso una agenzia investigativa e, grazie a questa esperienza maturata sul campo, cresce la voglia di intraprendere la strada di detective privato. Così, nel 2003 crea la sua propria agenzia investigativa, sia in campo civile che penale. Lo abbiamo intervistato sul fenomeno della criminalità minorile.
1) Quanto influisce la famiglia sui modi di comportamento degli adolescenti?
Influisce molto, di base quello che succede dentro casa è lo specchio della vita fuori.
2) Alla base di episodi di fenomenologie sociale (bullismo, violenza, stalking) quanto incide il ruolo di emulazione? Quanto incide la comunicazione?
L’emulazione è sempre esistita, è come una moda, si prende spunto dai film più negativi che positivi, come ad esempio Gomorra, Suburra, Romanzo criminale. Dopo il film “Romanzo criminale” la polizia, durante dei controlli su minori, nelle intercettazioni telefoniche scopriva che era sempre presente la frase “prendiamoci Roma”. La comunicazione social e tv incide molto, se si mandano segnali sbagliati.
3) Perché i ragazzi non hanno paura di essere puniti?
Sono convinti che diventano responsabili a18 anni, invece si diventa penalmente responsabili a 16 anni.
4) A che età è possibile punire un ragazzo e quando invece sono punibili i genitori?
Il ragazzo già dai 16 anni può essere punito ma, essendo un nullatenente, ne rispondo i genitori civilmente.
5) Lei è entrato nelle scuole tenendo conference contro la violenza di ogni genere. Come le sono sembrati i ragazzi? C’è da parte loro la voglia di ascoltare, di capire?
Per le mie esperienze sono rimasto sorpreso perché il mio lavoro è sempre visto di cattivo occhio, il cosiddetto “spione”. Invece ho ricevuto molte domande, erano assetati di sapere strategie web, come aiutare i loro amici vittime di violenze, l’età on cui si diventa perseguibili dalla legge.
6) Lei ha seguito dei casi di baby prostituzione, possiamo pensare che i ragazzi di oggi vogliono “tutto e subito”?
Nel mio caso la ragazza iniziò con una foto in chat, per poi proseguire con incontri, fino a che i genitori si accorsero delle ricariche telefoniche, vestiti di lusso e così fui contattato.
7) Cosa consiglia ad un genitore che nota un cambiamento comportamentale del proprio figlio?
Di essere cauto, non aggredirlo, ma di interloquire, cercare un dialogo sano. E’ sempre meglio farsi consigliare, e mai usare il “fai da te”, perché a volte si possono provocare più danni di quelli che il ragazzo aveva già causato da solo.
8) Trova necessario partire dalle scuole per insegnare un’educazione civica?
I ragazzi passano il maggior tempo nelle scuole e con i compagni di classe. Trovo quindi necessario tornare ad insegnare l’educazione civica, un’educazione civica 2.0 idonea alla nostra epoca